Meditazione e Poesia

Meditazione RilassamentoLa Meditazione e la Poesia sono due diversi sguardi sull’universo, entrambi costantemente gravidi del desiderio di scorgere la bellezza nel qui e ora.

Meditazione e Poesia talvolta coesistono, talvolta sfumano l’una nell’altra, altre volte si ignorano completamente; entrambe, però, attingono alla stessa  fonte, il presente. 

La Meditazione, come la Poesia, hanno parti di luce e frammenti oscuri, inconoscibili e misteriosi. 

Si pratica la Meditazione, per ritrarsi dal mondo e raccogliersi nel cuore, per rimanere ancorati a se stessi, sospesi nell’attesa, senza incedere nell’azione.

Si legge e si scrive Poesia, per scostarsi dal linguaggio consueto, povero di attimi vivi, per visitare una realtà più rischiosa e sconosciuta.

Meditazione e Poesia sono in una costante comunicazione, ma sono distinte; la Meditazione è uno svestirsi dal Tutto, la Poesia, invece, indossa gli abiti che mostrano il Niente.

La Meditazione è simile all’immersione in mare, si lascia il mondo a galla e si scende nel buio denso, profondo, senza alcun riferimento, se non se stessi, che è poi, il più certo, indubitabile e sicuro di tutti i riferimenti.

La Poesia nasce dal petto, da un’emozione che ci chiama e chiede di essere detta.

La prima lettura è quella del poeta, che scorge dalla notte del nulla frammenti di luce, che orchestra per l’alba del mondo.

La Meditazione prepara il cuore ad accogliere il mistero, la postura a gambe incrociate sopporta l’immobilità dell’attesa e il corpo diventa il contenitore dell’altro regno, il giaciglio per la domanda delle domande: Chi Sono?

La Meditazione guarda all’istante del presente, lo scruta, gli si avvinghia, per sentirne il battito, desidera coglierne il significato.

La Meditazione seduce l’attimo, per carpirgli il segreto, non lo lascia mai fino ad accorgersi, all’estremo, di essere una sola cosa con esso.

La Meditazione ignora i contenuti della mente, infatti i pensieri, le sensazioni e le emozioni sono come il canto sinuoso delle sirene, da cui sfuggire, poiché generatori di illusione e attaccamento.

La Poesia, quando si stabilisce al centro dell’attimo, impone che il destino sia artefice del suo tempo.

La ribellione alberga alle soglie del verso, la rima viva oltraggia le parole dell’abitudine e danza nel cuore del presente, produce incanto e Poesia. 

La ribellione è anche il combustibile della Meditazione, che immerge l’angoscia del nulla nello stupore dell’essere.

La Meditazione è l’orizzonte, la Poesia è il paesaggio. 

La Poesia, letta o ascoltata, ci traduce in una Meditazione, da cui intravediamo le luci di un senso più profondo e perfetto.

La Poesia, caduta dall’ispirazione della nostra penna, ci rende più vigili, più consci del nostro accorgersi e più abili nella scelta.

La Meditazione si appoggia su un sentimento poetico, che nutre le domande esistenziali assopite all’ombra del presente.

Poesia e Meditazione si necessitano, ma non si completano, vivono anche solo di se stesse, amano sfiorarsi, ma non si trattengono, danzano solamente.

La Meditazione sedimenta calma e pace, ma la sua meta è più in alto di ciò che si pensa; in verità, si punta alla vetta del mistero, al cuore dell’essere, per la riscoperta di una vita, che dice che c’è la vita.

La Poesia e la Meditazione sono la mente e il cuore, che si scambiano di posto, veicolano significati celati dal tempo, sillabano il loro senso, tra silenzi e rime, voci e stupori, dove l’io vibra di sé e dice meravigliato “Sono!”.

Poesia e Meditazione hanno un’unica meta, sono fatti dei medesimi elementi, frequentano lo stesso “non luogo”, ma la Poesia abita il mondo con una lingua differente, mentre la Meditazione è nel mondo con una lingua senza patria. 

La Poesia fugge il presente, per frequentarlo in modo più autentico, per ricaderci dentro più viva di prima; la Meditazione è un ghiacciarsi senza pensiero, fatta solo di attenzioni nei confronti del presente, che viene osservato come il quadro più prezioso. 

Poesia e Meditazione ci ricordano, che siamo una semi-eternità, che origina nel suo finire, cioè nel PRESENTE.